Città e natura - Medusa

Vai ai contenuti

Menu principale:

Città e natura

Ambiente > Archivio

VIDEOCONFERENZA
Mercoledì 5/5/2021 ore 18-30 / 19.15 (su piattaforma Zoom)
a cura di Giorgio Peruzio
Città e natura
Illustra il tema Antonio Calafati, economista, ricercatore e consulente sullo sviluppo dei sistemi urbani e territoriali

Il processo di crescita urbana della città europea degli ultimi secoli non sarebbe stato possibile senza un radicale mutamento del sistema di relazioni città-natura. Fino alla Rivoluzione industriale, dal contado – dallo ‘spazio-territorio’ contiguo alla città – proveniva larga parte o la totalità delle risorse naturali necessarie allo svolgimento dei processi economici e sociali urbani; e nel contado venivano smaltiti i residui dei processi antropici. Il contado poneva dei vincoli alla crescita della città fisica e sociale: conteneva soltanto alcuni tipi di risorse naturali o semi-naturali e le conteneva in quantità limitata. Per svolgere la sua funzione di ‘base naturale’ della città non poteva estendersi oltre i limiti fissati dalle tecnologie del trasporto delle risorse. Inoltre, non si poteva estendere, se non con l’uso della forza militare, oltre i limiti che corrispondevano ai confini della giurisdizione. Con la Rivoluzione industriale (e le nuove tecnologie del trasporto) – e la nascita e il consolidamento degli stati nazionali che conduce un ampliamento dello spazio degli scambi di risorse e beni – la città si libera dal vincolo del contado. Inizia il processo di mondializzazione della sua ‘base naturale’ – dello spazio geografico dal quale provengono le risorse e sono smaltiti i residui. I processi economici che si svolgono all’interno dei confini della città iniziano a essere alimentati da risorse naturali provenienti da luoghi lontanissimi, da qualsiasi luogo della Terra e i residui dei processi economici vengono depositati, ugualmente, in ogni luogo della Terra. Questo modello è rimasto invariato per circa due secoli, si è consolidato fino alla totale de-territorializzazione della città raggiunta negli ultimi decenni, nell’epoca della ‘Grande accelerazione’ (1950-2020). Questo modello deve essere ora abbandonato. L’evidenza empirica non lascia alcuno spazio al ‘negazionismo ambientale’. La mondializzazione della base naturale delle città, la facilità con la quale si è realizzata, è infatti all’origine della drammatica crisi ambientale che le società devono oggi fronteggiare. È all’origine della ‘sconsideratezza ecologica’ della società contemporanea. La mondializzazione della ‘base naturale’ delle città – degli spazi in cui si trovano le loro ‘miniere’ e ‘discariche’ – ha reso superflui i dispositivi di regolazione della relazione processo economico-natura. Per due secoli, le città europee come attori collettivi, come civitas, non hanno avuto consapevolezza che la loro crescita rendeva insostenibile la loro ‘impronta ecologica’. E ciò è all’origine del profondo e drammatico degrado della ‘base naturale’ della società. In Europa la ‘cultura urbana’ – e la ‘sconsideratezza ecologica’ che l’ha caratterizzata sino ad oggi – ha egemonizzato il discorso sulla crescita economica, ha imposto un paradigma politico e scientifico che declina la ‘qualità urbana’ come un carattere locale, indifferente alle sue implicazioni globali. Il modello europeo di città – che sembrava l’archetipo della città ‘perfetta’ – è messo in discussione dalla crisi ecologica. Nei prossimi due decenni le città europee devono modificare il modello di relazioni con il mondo naturale che hanno costruito negli ultimi due secoli. La ‘transizione’ verso un nuovo modello di relazioni città-natura è già iniziata, in alcune città con un’intensità maggiore che in altre. Sarà profonda e dovrà essere realizzata con l’urgenza che discende dall’incertezza sui tempi e modalità dell’evolvere della crisi ecologica.
Antonio Calafati


 
 

Antonio Calafati, economista, ha insegnato nella Facoltà di Economia "Giorgio Fuà" di Ancona, nell’Università "Friedrich Schiller" di Jena, nell’Università di Macerata e nell’Accademia di architettura-USI. Dal 2013 al 2016 ha diretto il "Dottorato Internazionale in Studi Urbani" del Gran Sasso Science Institute (L’Aquila). Svolge attività di ricerca nei campi dell’analisi e della regolazione dello sviluppo economico delle città e dei territori. Ha svolto attività di consulenza per l’OCSE, il Governo italiano, la Commissione Europea e la Banca Europea degli Investimenti. Tra i suoi libri: Milano: città e territorio (MAP 2020), Un’agenda urbana per l’Italia (Donzelli 2014), Le città della Terza Italia (FrancoAngeli 2011), Economie in cerca di città. (Donzelli, 2009) e, con F. Mazzoni, Città in nuce nelle Marche (FrancoAngeli 2008). Il suo sito web è: www.antonio-calafati.it


 
 
Torna ai contenuti | Torna al menu