Apologia del cucinare - Medusa

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Apologia del cucinare

Letteratura Poesia

Apologia del cucinare: nutrirsi con filosofia
di Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it

Nutrirsi è vita, è vivere meglio se il cibo è sano, è instaurare buone relazioni con noi stessi e con gli altri, è condividere un atto spontaneo con le persone della nostra vita. Nutrirsi è amore, è volersi bene e voler bene. La tavola è il luogo di incontro della coppia, della famiglia e dell'amicizia, è il momento in cui si celebra la vita ed il piacere di stare insieme. Nutrirsi è un obbligo se vogliamo sopravvivere, ma è un obbligo che dà piacere; cucinare è un'arte, l'arte della creazione, della trasformazione di un alimento in qualcosa di personale a seconda dei gusti e della fantasia. La coppia si ritrova a tavola, la coppia che può diventare famiglia ma anche no, rappresenta il desiderio di trovare punti di incontro per con-vivere. Il cibo è anche armonia, ricerca dell'armonia che fu una "scoperta" filosofica di Pitagora. Ciò che sappiamo di lui è il suo andare oltre: l'ordine numerico, da lui indagato, non riguardava solo la matematica ma anche la musica come una progressione armonica. Il cucinare infatti è unire, è amore del mettere insieme gli aspetti della nostra vita, le parti del tutto che siamo, un tutto organico, ed è applicare l'armonia alla produzione di un piatto come se fosse un brano di buona musica. Se la cucina è ricerca dell'armonia, lo è anche della libertà, della creatività, della relazione appassionata con ciò che mangiamo. E con chi mangiamo.
Cucinare è rispettare le dosi degli ingredienti per la riuscita del piatto anche se ci sono momenti in cui i grammi e gli etti possono mettersi da parte e, a nostro rischio e pericolo, possiamo provare a non rispettare le regole: può risultare un pasticcio enorme o la nascita di una nuova pietanza gustosissima in grado, a volte, di passare alla storia culinaria di un'epoca. Grazie alla maieutica socratica, in grado di far nascere il nostro io anche tra i fornelli, possiamo scoprire parti di noi altrimenti sconosciute o dimenticate in chissà quale cantina del passato. La maieutica, l'arte di mettere al mondo le idee di cui Socrate fu un abile promotore, diventa strumento di nascita e di ri-nascita anche nell'arte del cucinare, essa è un mezzo in grado di far amare se stessi. Tutti abbiamo bisogno di un Socrate che ci aiuti a "partorire", che ci dia l'opportunità di comprendere che, forse, siamo già nati e non ne eravamo consapevoli.
Con chi desideriamo mangiare? Da soli? Con gli altri? Con chi amiamo? Come mangiamo? In fin dei conti cucinare e assaporare può diventare un momento divertente: la vita è complicata e allora gratifichiamoci a tavola con le giuste proporzioni. La famosa frase del filosofo tedesco Ludwig Feuerback vissuto nel' '800 "Siamo quello che mangiamo" non si riferisce a ciò che un po' troppo frettolosamente si crede, la sua era una dichiarazione riferita al nostro essere pura materia senza anima. Se esiste l'anima non sta a me indagarlo, di una cosa son certa però: in noi c'è una parte immateriale in stretta relazione col corpo. Nutrendo il corpo diamo energia anche a psuchè, il soffio vitale, individuato dai Greci antichi e che oggi potremmo definire il principio di noi, ma anche la nostra interiorità.
Nel nostro avvicinarci all'arte della cucina, non dimentichiamo l'aspetto del non spreco, sappiamo quanto ogni anno si buttino in pattumiera tonnellate di cibo, un'azione inaccettabile sia dal punto di vista etico che ecologico. Ci sono milioni di persone alla fame e noi gettiamo cose buone nella spazzatura. Produciamo troppo sprecando risorse per poi liberarci del cibo solo perché siamo incapaci di gestire una produzione ininterrotta di alimenti: un tempo, ad esempio, il pane si comprava la mattina, oggi lo sfornano senza sosta e se è vero che ciò agevola chi non ha tempo di fare la spesa durante la mattinata, è anche vero che lo si fa per un estremo bisogno di perfezione: tutto deve sempre essere disponibile. Forse scordiamo che esiste il freezer dove poter conservare anche il pane fresco e anche quando diventa secco può sempre essere consumato sotto varie forme, come pane grattugiato per impanatura e ripieni. Il cibo è sacro, deve essere rispettato, la filosofia che è amore della sapienza ci conduce in cucina con una saggezza dal sapore di sentimento genuino come le pietanze che andremo a preparare.
Per entrare nella mia cucina: cerchiamo di instaurare buone relazioni con agli avanzi. Ecco alcuni esempi chiarificatori del mio modo di approcciarmi all'arte di far da mangiare. Se un piatto non contiene ingredienti decongelati e ne è rimasta una porzione, si può mettere in freezer e consumarlo un altro giorno. Quando pulite un ceppo di insalata e le foglie esterne sono un po' avvizzite non gettatele nell'umido perché possono far parte degli ingredienti di una pastasciutta. Se avanza il panettone, la colomba o la veneziana non riempiteli di creme ipercaloriche, è sufficiente passarli al forno per una leggera tostatura e consumarli croccanti. C'è sempre una soluzione ed è sempre la più semplice che poi è quella più salutare. Il cibo è un potente mezzo di comunicazione, ci mette in relazione con noi stessi e con gli altri, per questa ragione cucinare ed assaporare diventano anche "cura".



Maria Giovanna Farina si è laureata in Filosofia con indirizzo psicologico all’Università Statale di Milano. È filosofa, consulente filosofico, analista della comunicazione, formatrice e autrice di libri per aiutare le persone a risolvere le difficoltà relazionali. Nei suoi saggi e romanzi ha affrontato temi quali l'amore, la musica, la violenza di genere, la filosofia insegnata ai bambini, l'ottimismo, la libertà, la relazione con gli animali da compagnia e col cibo. Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, nel 2002 ha fondato Heuristic Institution dove si è dedicata anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali. È creatrice della rivista on line "L’accento di Socrate" e scrive su varie riviste. Per Rupe Mutevole dirige la collana editoriale Le Relazioni. Il suo sito è www.mariagiovannafarina.it


 
 
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